Lavoro

Contratto di inserimento abrogato: Guida Utile

Che cos’è il contratto d’inserimento? Abrogato dalla legge 92/2012, il contratto d’inserimento era un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, diretto a realizzare, […] l’inserimento ovvero il reinserimento nel mercato del lavoro” (cfr. articoli da 54 a 59 del Decreto Legislativo n.276 del 2003).

Questa tipologia di contratto di lavoro – come specificato dalla Circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 31/2004 – aveva la finalità di valorizzare l’acquisizione di concrete skill professionali calibrate alle necessità del datore di lavoro nella prospettiva di una eventuale stabilizzazione del dipendente mediante una successiva trasformazione del rapporto in contratto a tempo indeterminato.

Scopriamo in questa guida ciò che bisogna sapere in merito al contratto di inserimento, il quale si presenta con delle caratteristiche importanti che necessitano di essere conosciute in maniera completa e precisa.

In cosa consiste il contratto di inserimento?

Come suggerisce il nome stesso, questo contratto di lavoro nasce con uno scopo solo: fare in modo che un lavoratore, a seconda della categoria nella quale rientra, possa tornare ed essere attivo in un determinato settore.
Grazie al contratto di inserimento, le imprese possono ottenere diverse agevolazioni ed il lavoratore potrà tornare a essere operativo.

Contratto di inserimento: quali figure possono stipulare questo contratto?

Sono diversi i soggetti che possono optare per la stipulazione di questo contratto e tra di essi spiccano gli enti pubblici, ovvero le imprese che svolgono un’attività di tipo commerciale così come i gruppi di imprese associate.

Altra tipologia di imprese che può siglare questo tipo di contratto sono quelle attive nel settore culturale, artistico e sportivo, cioè quelle aziende che non vendono o producono determinati beni e che svolgono principalmente un’attività di interesse comune come organizzazione di eventi di svariato genere.

Inoltre, alle due figure prima citate, si aggiungono anche gli enti che operano nel settore della ricerca, specialmente quella scientifica, così come le fondazioni appena sorte.

Pertanto, si parla di un’ampia gamma di figure che potranno optare per il contratto di inserimento lavorativo.

Chi può beneficiare del contratto di inserimento lavorativo?

Anche i lavoratori possono beneficiare dei vantaggi derivanti dalla stipulazione del contratto di inserimento.

In primo luogo, riguarda tutti coloro di età compresa tra i 18 e i 29 anni, i quali non hanno mai lavorato oppure hanno perso da poco tempo il loro impiego.

A queste si affiancano i disoccupati, ovvero chi ha perso il posto di lavoro, i quali devono avere un’età compresa tra i 29 e i 32 anni: in questo caso, però, la legge prevede che il periodo di disoccupazione nella quale si trovano tali soggetti deve essere superiore ai due anni.

La terza figura lavorativa che potrà tornare a essere operativa nel mercato del lavoro è l’ex occupato che ha raggiunto i 50 anni di età privo di occupazione e, anche, coloro che hanno abbandonato la propria attività lavorativa da almeno due anni e che intendono tornare a essere operativi nel mercato del lavoro possono usufruire di questo tipo di contratto per tornare ad avere un impiego occupazionale.

Le persone affette da gravi handicap mentali o fisici, ma comunque autosufficienti, rientrano nella categoria dei lavoratori che potranno sfruttare il contratto di inserimento lavorativo per entrare a far parte di un’impresa.

Infine, vi sono le donne: queste, indipendentemente dall’età potranno essere oggetto del contratto di inserimento qualora, nella loro città di residenza, il tasso di occupazione femminile sia inferiore del 20% rispetto quello maschile oppure se quello di disoccupazione superi dell’almeno 10% quello che riguarda il settore maschile.

Pertanto, grazie a questo contratto diverse figure potranno tornare a far parte del mercato del lavoro.

Contratto di inserimento: Durata del contratto e limite delle imprese

Il contratto di inserimento lavorativo deve avere una durata che parte da un minimo di nove mesi fino a un anno e mezzo, ovvero diciotto mesi, i quali vengono duplicati, per un totale di tre anni complessivi, qualora ad essere assunti siano le persone con handicap fisici o mentali.

Le imprese, per assumere nuovi lavoratori, dovranno compilare un documento nel quale viene spiegato perché si intende assumere, nella propria azienda, una nuova forza lavoro o gruppo di lavoratori sfruttando il contratto di inserimento.

Inoltre, le imprese devono anche aver mantenuto almeno il 60% dei lavoratori che sono entrati a far parte dell’impresa col medesimo contratto, ovvero scaduti i 18 mesi il contratto deve essere tramutato in uno a tempo indeterminato.

Peccato, però, che sia stato abrogato!

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